Indispensabile sul set. Poco conosciuta ai non professionisti. Tra i tanti ruoli che animano un set cinematografico c’è quello, importantissimo, della segretaria di edizione, figura ricoperta prevalentemente da donne. In America si chiama “Continuity Supervisor”. Si occupa di compilare il “diario di bordo” di un film, una serie tv, una fiction. Registra tutto: le scene girate durante le giornate di lavoro, il numero dei ciak, i cambi di inquadratura, i ciak da utilizzare e quelli da cestinare, e deve garantire la continuità, all’interno e tra le scene, cioè che tutti i particolari (ad esempio la posizione oggetti, il vestiario e il look degli attori) si ripetano in modo coerente e senza sfasamenti. Se si “distrae”, possiamo ritrovarci personaggi con la cravatta di colore diverso a distanza di un secondo, capelli che si rimettono in piega da soli, bicchieri o bottiglie vuote che per magia si riempiono, abiti malconci che in un istante si autostirano.

“Mi piaceva tantissimo tutto l’equipaggiamento del ruolo. A cominciare dal fatto di avere il cronometro al collo, un oggetto che ti rende subito identificabile” spiega Luisa Gamba, segretaria di edizione di moltissimi film italiani. “Il cronometro è indispensabile fin dalla primissima fase di preparazione: dopo aver letto la sceneggiatura, si passa alla cronometratura del film, che serve a controllarne la lunghezza e che consiste nella lettura – cronometro alla mano, appunto – dell’intero copione. Salvatore Samperi, con cui ho lavorato, diceva che per capire come funziona il cinema più che l’aiuto-regia bisogna fare il segretario di edizione” (da un’intervista rilasciata a La linea dell’occhio, 2005).

Una figura pionieristica e straordinaria fu, in Italia, Mara Blasetti (nella foto) cui è stato dedicato nel 2020 un documentario girato da Michela Zegna (“Ritratto di Mara Blasetti”). Figlia del regista Alessandro, iniziò nel 1951 come apprendista volontaria sul set del film del padre “Altri tempi”, proseguì come tuttofare, poi fu segretaria di edizione, aiuto regista e infine, con “Europa di notte”, ispettrice di produzione. Lavorerà poi in produzioni di livello internazionale tra cui “Modesty Blaise” di Losey (1966), “What?”  Polanski (1972), “James Bond 007. For your eyes only” (1981).