La Settima Arte
Premio Cinema e Industria
Il Premio di Confindustria Romagna “Cinema e Industria” celebra tutto l’universo del made in Italy del settore, ricchissimo di know how che il mondo ci invidia: produttori, distributori, sceneggiatori, scenografi, costumisti, compositori, direttori della fotografia.
Il riconoscimento mira a premiare non solo il prodotto dell’ingegno, ma la persona, con una particolare attenzione ai giovani e a chi ha saputo esportare e dare lustro al territorio.
La Giuria del Premio è composta da esponenti del mondo cinematografico, da esperti, studiosi e accademici, imprenditori.
La giuria
Pupi Avati
Nasce a Bologna nel 1938. Inizialmente tenta una carriera nel jazz (1959-1962) come clarinettista nella Doctor Dixie Jazz Band, ma rinuncia dopo l’ingresso nella band di Lucio Dalla. Come dichiarerà lui stesso, la bravura di Lucio Dalla gli ha fatto comprendere la differenza tra passione e talento inducendolo a cercare la propria strada, che sarebbe diventata quella cinematografica. “Il mio sogno era diventare un grande clarinettista jazz. Ma un giorno nella nostra orchestra arrivò Lucio Dalla. All’inizio non mi preoccupai più di tanto, perché mi pareva un musicista modestissimo. E invece poi ha manifestato una duttilità, una predisposizione, una genialità del tutto impreviste: mi ha tacitato, zittito, messo all’angolo.”
Illuminato dalla versione di 8 1/2 di Federico Fellini tenta la strada del cinema. Nel 1975 collabora alla sceneggiatura di Salò e le 120 giornate di Sodoma di Pier Paolo Pasolini. Inizia l’ascesa con La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone (1975) con Ugo Tognazzi, La casa dalle finestre che ridono (1976) diventa film cult per gli appassionati di cinema noir.
Pupi Avati può vantare ad oggi 51 film diretti e 53 sceneggiature scritte.
Tra i suoi film più rappresentativi Regalo di Natale (1986); Una gita scolastica con Carlo Delle Piane, il film viene premiato con 2 Nastri d’Argento; Storia di ragazzi e ragazze (1990) vincitore di 2 Nastri d’argento: uno per la miglior regia e uno per la miglior sceneggiatura.
Il testimone dello sposo (1998); Il cuore altrove (2003) David di Donatello come miglior registra; Il papà di Giovanna (2008); Il bambino cattivo (2013); Il ragazzo d’oro (2015); Il Signor Diavolo (2019); Lei mi parla ancora (2020) che uscirà nelle sale nel 2021. Mentre si occupa di regia, continua a scrivere romanzi come I cavalieri che fecero l’impresa (da cui trae anche l’omonimo film nel 1999); una sua biografia Sotto le stelle di un film; Il ragazzo in soffitta (2015); Il Signor Diavolo (2018); L’archivio del diavolo (2020).
Nel 1995 è stato insignito Commendatore Ordine al merito della Repubblica e nel 2005 Medaglia d’oro per i Benemeriti della Cultura e dell’Arte .
Marco Leonetti
Nato a Forlì nel 1967, laurea in filosofia e master in “Management dei beni e delle attività culturali”, è dal 2013 responsabile delle attività e dello sviluppo delle collezioni della Cineteca comunale di Rimini, di cui fa parte dal 2015 l’archivio Federico Fellini.
È nel gruppo di lavoro sulla progettazione del Museo Federico Fellini.
Stefano Pucci
Nato a Lugo (Ra) nel 1965, è Amministratore delegato di PUCCI srl azienda che comprende i marchi Pucci, Berni e Louit Freres e che rappresentano la specializzazione nel settore sottoli, leader in Italia e distribuiti in circa 50 paesi nel mondo. Già componente del Gruppo Giovani Industriali e del Settore Alimentare di Confindustria Ravenna, dal 2017 fa parte della giunta di Confindustria Romagna ed è Vicepresidente della sezione ravennate. Dal 2008 è membro del consiglio nazionale AIIPA e dal 2017 è presidente del gruppo sottoli dell’AIIPA. Dal gennaio 2019 è membro del consiglio di Unione Italiana Food.
Nel 2016 diventa produttore del film Lovers che nel 2018 ha partecipato e vinto a numerosi premi a Festival Internazionali come miglior film a Londra, Lisbona, Philadelphia, e Fort Lauderdale (Miami), nonché candidato in altri 20 festival tra cui Scottsdale e North Hollywood.
Veronica Innocenti
Nata a Riccione nel 1975, è professoressa associata all’Università di Bologna dal 2015.
Svolge le sue ricerche nell’ambito del cinema, della televisione e dei media digitali. Dal 2017 è coordinatrice del corso di Laurea Magistrale in Cinema Televisione e Produzione Multimediale e insegna Televisione e media digitali ed Economia e marketing dei media audiovisivi. Direttrice della rivista internazionale Series, dedicata alle narrazioni seriali, è autrice di saggi, libri e volumi collettanei.
Bruno Frattasi
Bruno Frattasi, napoletano, 67 anni, attualmente dirige l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale.
Componente di giuria in rappresentanza di ANICA.
Prefetto della Repubblica, ha ricoperto numerosi incarichi nella sua quarantennale carriera nell’Amministrazione dell’Interno. Tra i più rilevanti si segnalano quelli di Capo dell’Ufficio Legislativo, Capo di Gabinetto del Ministro e, da ultimo, Prefetto di Roma. Per lunghi anni si è occupato della prevenzione amministrativa antimafia, materia nella quale ha prodotto scritti e saggi che hanno spaziato sui vari aspetti delle infiltrazioni criminali negli appalti pubblici e nelle attività economiche. Per la sua competenza in questa materia, è stato anche a capo dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.
Coltiva da sempre interesse per il teatro e il cinema, con una particolare predilezione per il teatro di Eduardo e il cinema italiano del dopoguerra. Nel 2005 organizzò al Viminale una mostra multimediale dal titolo “I luoghi del cinema a Roma: il Viminale e dintorni” dedicata ad alcune opere filmiche le cui riprese esterne erano state girate nelle vie e nelle piazze adiacenti la sede ministeriale (tra questi, ad esempio Piazza degli Zingari, nel cuore della vecchia suburra, che “ospitava” la celebre tipografia di Peppino de Filippo ne La banda degli onesti). Nel 2020 ha pubblicato, per i tipi dell’Editoriale Scientifica, un libro di memorie su Amarcord di Federico Fellini, ripercorrendo, sul filo dei ricordi, il processo artistico che portò alla realizzazione di uno più grandi capolavori della cinematografia mondiale. Il libro sta per essere riedito da Rubbettino nella collana Zona Franca.
Mario Sesti
Mario Sesti (Messina, 1958), è critico cinematografico e regista di film documentari e di finzione selezionati a Cannes, a Venezia, al MoMA e al Guggenheim di New York, al Festival di Locarno, al Torino Film Festival: nel 2003 un suo film-inchiesta sul finale perduto di 8 1/2 di Fellini (L’ultima sequenza) è stato selezionato a Cannes e proiettato a New York, Seattle, San Paolo, Londra, Monaco, Budapest, San Francisco, Los Angeles e in tutta Italia. E’ stato tra gli ideatori e i curatori della Festa del Cinema di Roma, ha diretto dal 2012 al 2014, il Taormina Film Fest e con Carlo Verdone, nel 2005 e 2006, il Terra di Siena film Festival dedicato alla commedia. Ha realizzato, tra gli altri, film su Pasolini (La voce di Pasolini, 2005, insieme a Matteo Cerami), Gadda (Fiamme di Gadda. A spasso con l’ingegnere, 2012), su Berlinguer (La voce di Berlinguer, 2013, insieme a Teho Teardo), su Lucio Dalla (Senza Lucio, 2015). Nel 2019 un suo film è stato selezionato dal festival di Cannes (Bernardo Bertolucci: no end travelling) e un altro dalla Mostra del Cinema di Venezia, alle Giornate degli Autori (Mondo Sexy). Ha vinto due volte il premio per il migliore libro di cinema (nel 1994 con Nuovo Cinema Italiano e nel 1997 con Tutti i film di Pietro Germi) e nel 2005 il premio Diego Fabbri per il miglior libro di cinema dell’anno (con In quel film c’è un segreto).Nel 2021 ha esordito nel film di finzione con Altri padri, con Chiara Francini, presentato in anteprima mondiale al Torino Film Festival