Con l’inaugurazione del Palazzo del Fulgor è stato completato il Fellini Museum di Rimini. È stato proprio a Rimini e proprio nel cinema Fulgor che, in anni di parate, conformismo sociale, rigide regole scolastiche e insieme di spensierate evasioni adolescenziali, ha avuto inizio l’avventura felliniana. Qui il giovanissimo Federico ha cominciato ad amare il grande schermo, i film americani, i western, le comiche di Ridolini, Stanlio e Olio, Buster Keaton, Charlot e dei fratelli Marx: il Palazzo del Fulgor è ora il luogo dove cominciare a entrare nella vita e nella cinematografia di Fellini, ripercorrendone le tappe biografiche e creative e approfondendo i suoi progetti e i suoi legami di lavoro, di amore e di amicizia grazie alla possibilità di consultare archivi digitali e strumentazioni interattive o lasciandosi andare alla scoperta di preziosi materiali originali, disegni, manifesti, locandine, libri e riviste d’epoca, film e documenti audiovisivi.
Il Palazzo del Fulgor, è il luogo destinato all’informazione, allo studio e alla ricerca, aperto a un pubblico che si immagina eterogeneo, fatto di cittadini, studenti, turisti, curiosi, appassionati e ricercatori.

L’immaginario di Fellini vive naturalmente nei suoi film, evocato dai manifesti e dalle locandine
originali presenti nella sala al primo piano; ma vive anche nei documenti, testuali e visivi, che parlano delle relazioni, delle fantasie e dei progetti di cui il suo cinema si è nutrito.
Al primo piano il visitatore ha la possibilità, attraverso un Archivio digitale, di muovere i primi passi nel grande repertorio di disegni, lettere e testimonianze che compongono il Fondo Federico Fellini del Comune di Rimini. Materiali digitalizzati che, esposti in parte anche in originale nelle sale dello stesso Palazzo o a Castel Sismondo, possono essere qui visionati e interrogati.

Al secondo piano, nella Stanza delle parole ascoltiamo la voce suadente, intima e autobiografica di Fellini, marca identitaria del suo mito. La sensibilità di Fellini per il fattore fonico e vocale ci accompagna poi nel plasma luminoso della Casa del mago, dove si incontra il regista che chiedeaiuto all’esoterico e cerca contributi mistici in grado di ampliare il suo raggio d’azione poetica. NelCinemino possiamo rivedere l’intera sua opera, e comprenderne l’assoluta importanza a livellointernazionale, mentre il Convivio è uno spazio, cinematografico sin nell’arredo, in cui attivareconoscenze felliniane. Spazio appunto conviviale, in cui gli Armadi archivio ci accompagnano nellavita, nelle opere, nelle amicizie di Fellini e le Moviole cittadine consentono attraversamenti e rimontaggi digitali di alcuni estratti dei film del regista riminese. La modalità di accesso ai contenuti
rimanda alle classiche moviole cinematografiche e attiva una esperienza diretta e ludica dell’universo felliniano.
Altre visioni felliniane si succedono al terzo piano di Palazzo del Fulgor. Nata ben prima del cinema, la lanterna magica è una fonte d’immaginazione popolare, di alimentazione emotiva e culturale che Fellini ricrea, enorme, nel suo Casanova: nel ventre della balena femmina, dove Casanova incontra la gigantessa, è la lanterna magica a proiettare immagini e disegni di corpi femminili. Lo spettacolo della lanterna si colloca in una prospettiva storiografica che cerca di comprendere i debiti del
cinematografo nei confronti di questa sua progenitrice: per Fellini la lanterna magica è uno show capace di inaugurare quella disposizione alla meraviglia e all’invasione interiore da parte di immagini archetipiche sviluppata poi dal cinematografo. Un nugolo di esperienze, sensazioni, racconti emerge quale traccia di una grande mitologia collettiva, sino a lambire gli orizzonti celesti che vediamo nel fascinoso Cielo felliniano, con le dodici costellazioni che richiamano, ancora una volta, la passione di Fellini per il divinatorio, il profetico e l’occulto. Nelle Altane si aprono infine davanti ai nostri occhi
altre magie: proiettate sui sottostanti Cinemino e Casa del mago scrutiamo immagini incantatori e alcune scene madri dei grandi film del maestro riminese.

Il terzo piano è dotato anche di una serie di confortevoli sedute, di uno spazio bar, e di alcune teche espositive.
Piazza Malatesta è l’outdoor di FM – Fellini Museum. Con il Palazzo del Fulgor è stato inaugurato anche Il Bosco dei nomi, ideato dal poeta Tonino Guerra, è un insieme di fiori di pietra su cui sono incisi i nomi di grandi personaggi del cinema suoi amici: Federico Fellini, Giulietta Masina, Marcello Mastroianni, Michelangelo Antonioni, Andrej Tarkovskij, Theo Angelopoulos e Sergej Paradjanov. Questi fiori sono illuminati da 3 grandi lanterne in ferro battuto e vetro che Guerra ha dedicato allo scrittore russo Lev Tolstoj. Il bosco è inserito in un triangolo verde che ricorda le scene rurali del film Amarcord e segna il punto simbolico in cui la prima campagna tocca la città storica.

Foto Riccardo Gallini