La regista Maria Iovine vince il Premio Valpharma per il Cinema
con il docufilm Corpo a Corpo

La premiazione e l’anteprima del docufilm si terranno nell’ambito de La Settima Arte Cinema e Industria
VENERDÌ 29 APRILE – ORE 21 – Cinema Fulgor Rimini

L’impegno sociale, la spiccata sensibilità all’inclusività, lo stile narrativo capace di mettere in evidenza il ruolo e la personalità delle donne del nuovo millennio della regista, montatrice e autrice campana Maria Iovine, ha coinvolto e convinto la giuria del ‘Premio Valpharma per il Cinema’.

Il riconoscimento dedicato alle giovani professioniste dell’industria cinematografica, istituita in memoria dell’imprenditore Roberto Valducci, da due anni si inserisce nell’offerta di contenuti della Festa del Cinema di Rimini La Settima Arte – Cinema e Industria, aprendo un’ampia e seria riflessione sul riconoscimento della competenza e della professionalità delle donne nel mondo del lavoro.

Il lungometraggio Corpo a corpo, con cui quest’anno Maria Iovine ha esordito dietro la macchina da presa, affronta i temi della disabilità, empowerment e bellezza fuori dagli schemi, attraverso la storia di Veronica Yoko Plebani, triatleta venticinquenne, medaglia di bronzo alle Paralimpiadi di Tokyo 2020, colpita a soli 15 anni da una meningite batterica che le ha restituito un corpo segnato per sempre.

Con questa motivazione i giurati, Alessia Valducci Chairwoman di Valpharma Group, Cristina Scognamillo giornalista e co-founder di Women in Cinema Award e di Good Girls Planet e Roy Menarini Direttore Artistico La Settima Arte Cinema e Industria, hanno decretato la vincitrice dell’edizione 2022.

“Da sempre attenta alle tematiche femminili e fautrice del progetto audiovisivo “Original Sin” sulla questione di genere, Maria Iovine con il documentario Corpo a corpo segue con grande realismo la vita della protagonista, Veronica Yoko Plebani. Il punto di vista della regista ha voluto mostrare il percorso della giovane donna, atleta pluripremiata, ma soprattutto una ragazza forte e determinata senza nasconderne tutte le sue fragilità. Così come quello di Veronica, anche l’occhio di Maria Iovine è proiettato verso il futuro senza mai toccare il tema della malattia. Una scelta coraggiosa per l’opera prima di un’autrice che ha voluto sottolineare attraverso lo sguardo e i gesti di Veronica la forza delle donne, suggerendo loro la giusta energia per combattere quotidianamente la lotta per la parità di genere”.